21 Giugno 2022
In questa stagione ne siamo circondati, sono tutto intorno a noi, travestiti in un modo od in un altro a seconda del grado di maturazione.
Ma di chi stai parlando? E dove sono?
Avete presente quei fiorellini gialli che invadono i campi d’estate? sono dei capolini di colore giallo intenso, che si aprono al mattino e si chiudono al tramonto. Alla fine della fioritura si trasformano in un ciuffo piumoso (pappo) che viene disperso nell’aria ed è utile per la riproduzione della pianta.
I miei nonni li chiamavano anche “fiori della pipi” o “piscialletto” e come tutti i detti popolari, non vanno presi alla lettera, ma hanno sempre un fondo di veritĂ .
Questa pianta infatti è conosciuta da moltissimo tempo, ed essendo molto diffusa, venne largamente usata per le sue molte proprietà .
- Depurativa e diuretica (da qui i nomignoli dei nonni)
- Favorisce la produzione e il deflusso della bile (azione coleretica e colagoga)
- Antispastica delle vie biliari
- Stimola la produzione dei succhi gastrici favorendo la digestione (azione eupeptica e stomachica)
- Blandamente lassativa per la presenza di inulina
- Blando controllo dei grassi nel sangue
- Antiossidante
Questa pianta dai mille travestimenti e nomi, non finisce di stupirci, perchè può essere utilizzata anche in cucina.
E’ un ottimo ingrediente per frittate, torte salate, pasta fresca, pesto, risotto, falso miele, frittelle e la nostra preferita: le Polpette vegetariane di cui vi lasciamo la ricetta: Lessate le foglie di tarassaco per 10 minuti in acqua salata. Strizzatele bene e tritatele con la mezzaluna. In una ciotola mescolatele con pangrattato, una patata bollita schiacciata, parmigiano, uova, sale e pepe. Potete sostituire la patata con riso o ceci lessati. A questo punto formate delle polpettine della stessa dimensione e cuocete in padella in abbondante olio caldo oppure al forno.
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Tra le varie curiosità riguardanti questa pianta, lo sapevate che in passato, soprattutto in tempi di crisi economica, le radici del tarassaco sono state utilizzate come surrogato del caffè. Nei paesi nordici, dove la vite non cresce, si produce il vino di tarassaco per fermentazione dei fiori; mentre in Belgio viene prodotta una birra utilizzando le radici.
Adesso però vogliamo parlarvi della nostra versione preferita, la sfioritura del Tarassaco, o meglio quando si trasforma da fiorellino giallo in soffione.
Tutti, almeno una volta nella vita,abbiamo soffiato su questo fiore, magari nella speranza che si realizzasse un nostro desiderio.
Nel linguaggio dei fiori, il soffione simboleggia la forza, la speranza e la fiducia.Il soffione è legato all’idea del distacco e del viaggio. I semi di questo fiore sembrano rappresentare perfettamente le fasi del ciclo della vita che ognuno di noi è destinato a compiere.
Inizialmente i semi sono legati al pappo, la loro appendice soffice, e sembra non vogliano staccarsene. Poi pian piano si lasciano trasportare dal vento, dapprima timorosi, man mano sempre piĂą impavidi, pronti a intraprendere un nuovo viaggio, a sperimentare nuove avventure.
Superata la paura iniziale, si lasciano andare al flusso della vita, curiosi di nuove scoperte, pronti a genera e nuova vita. Il loro percorso rappresenta una metafora perfetta della vita di ognuno di noi: per poter fiorire, ciascuno deve staccarsi dalla propria origine, affrontando il proprio viaggio senza paura, pronto a lottare contro le intemperie e a cogliere ogni opportunitĂ .
Un altro significato del soffione è rappresentato dall’infanzia e dall’innocenza.
Sono soprattutto i bambini, infatti, a soffiare su questo fiore disperdendone i semi. In questo caso, il simbolismo non ha un significato negativo, ad indicare qualcosa che si è perduto per sempre, ma piuttosto una connotazione positiva legata al ricordo di un bel passato e quindi , alla speranza di un futuro altrettanto roseo.
Il soffione rappresenta la gioia e la spensieratezza tipica dell’infanzia, che dobbiamo recuperare e riscoprire nell’età adulta.
Questo fiore inoltre è sempre stato collegato alla prosperità e alla fortuna. In passato, si usava aggiungere un dente di leone al bouquet della sposa, nella convinzione che portasse ricchezza e fortuna alla coppia.
Il ciclo del soffione ha rappresentato anche l’alternanza tra giorno e notte, sole e luna. Inizialmente, il dente di leone è giallo e dorato, proprio come il sole. In seguito si trasforma in una candida sfera simile alla palla lunare.
Infine, al soffione sono stati attribuiti poteri magici. Si credeva che fosse in grado di aumentare la capacitĂ psichica delle persone.
Si riteneva anche che strofinandosi addosso questo fiore permettesse di essere accettati e ben voluti da tutti. Anche le streghe mettevano in atto questa pratica, frizionandosi il corpo col dente di leone, al fine di farsi accettare dalle persone.
Ma soprattutto il soffione veniva considerato una sorta di ponte in grado di mettere in collegamento con gli spiriti dell’aldilà . Se vi è piaciuto mettete un like e vi manderemo un altro articolo dedicato proprio al soffione!